3 luglio 2013

3 ATTI. La parte degli angeli

La ragazza che conduce i ragazzi della comunità nella visita alla distilleria racconta di una bottiglia di prezioso whiskey venduta a 100.000 sterline. Albert reagisce così: "Io ci compravo 30.000 bottiglie della merda che bevo io".


Il primo incontro-scontro del film tra la realtà disagiata dei ragazzi compari del protagonista Robbie, abituati alla vita da reietti dentro comunità di recupero, e l'elegante e formale ambiente in cui si produce un bene di consumo privilegiato, il whiskey come accompagnamento raffinato alle chiacchiere mondane di un ceto abbiente. Il tentativo di sentirsi a proprio agio in quello che non è il proprio ambiente, di calare nella propria normalità ciò che non si conosce.


Robbie legge davanti a Mo, Rhino e Albert un documento in cui si cita un'asta milionaria che verrà organizzata per il ritrovamento di una vecchia botte di whiskey. I quattro amici fanno ipotesi: chi freme al solo pensiero, chi non sa calcolare quanto spetterebbe a ciascuno, chi prova a capire come arrivare al luogo dell'asta, chi dice: "Nessuno si fiderà di quattro rifiuti come noi".


Viene imbastito il colpo che porterà avanti la trama del film. I ragazzi protagonisti sono spinti dal loro disorganizzato ma forte desiderio di riscatto, come degli adolescenti che davanti a una vecchia mappa ritrovata in soffitta immaginano di scoprire tesori pirateschi attraverso mille avventure . Realismo e fantasia lavorano assieme per dare corpo a un piano altrimenti impossibile. C'è il capo gruppo, Robbie, la figura saggia, ci sono tutti gli altri con la loro dolce follia pronti a seguirlo.



Di ritorno dal colpo grosso all'asta, i quattro amici vengono perquisiti per strada dalla polizia. Hanno giusto delle bottiglie con sé, niente che faccia sospettare, così vengono subito rilasciati. Ma Albert ha un moto d'orgoglio e urla alle spalle dei poliziotti, terminando con un violento brindisi con Mo: le loro due bottiglie di whiskey si frantumano. Silenzio, poi "Cristo Santo...".


Tutto è riuscito al meglio, i quattro improbabili esperti e appassionati di whiskey si sono intrufolati nel mondo dei veri esperti e appassionati, quelli benestanti, riuscendo anche a truffarli. Gli eroi hanno portato a termine la missione dunque, pronti per il rientro trionfale in terra amica. Ma gli eroi di Loach non hanno stelle nel firmamento dalla loro parte: rompono il simbolo della loro conquista, il bene ultimo a cui aspiravano, che avrebbero dovuto custodire accuratamente. E' proprio questo il bello di chi si improvvisa eroe, di chi nemmeno sa di esserlo e che si diverte a giocare anche con le cose preziose. Inconsapevolezza, motivo della leggerezza dei quattro amici, ma anche dell'inevitabile tragedia del loro instabile quotidiano a cui sembrano destinati. A meno che qualcuno non abbia escogitato un piano B...




Nessun commento:

Posta un commento