20 settembre 2012

ALLA FINE DEL VIAGGIO

E' stato un bellissimo festival della commedia europea. Ogni settimana CineComedy ci ha raccolto tutti quanti nel cortile della Casa nel Parco, giù a Mirafiori, più o meno quando si cominciavano a intravedere le prime stelle. Eccoci là, pronti a essere lanciati per due ore dentro nuove storie appartenenti a tempi e paesaggi sempre diversi tra di loro.
Otto serate lungo un'intera estate. Otto tappe per un viaggio fatto di leggerezza, tanti sorrisi, a volte risate, altre lacrime, ma mai di tristezza.

Sono passati tre mesi dalla partenza della rassegna, era metà giugno. Qualcuno in maglietta e pantaloncini lo si vede ancora oggi, ma le prime maniche lunghe sono già rispuntate dagli armadi, specie la sera. Tre mesi dopo siamo ormai prossimi all'autunno, il momento ideale per ricordare le cose belle successe quando maglietta e pantaloncini andavano bene a tutte le ore.
E' tempo di sfogliare l'album con le istantanee migliori del viaggio. CineComedy non ci ha lasciato fotografie, ma scene madri; abbiamo preso parte alla spedizione per questo.

Abbiamo amato soprattutto momenti di gruppo, dove le energie, il folklore e le emozioni di uomini e donne si aggregavano e risuonavano più forti. E' successo quando i "matti" della Cooperativa 180 hanno cantato sguaiati e felici dentro al pulmino che li riportava dalla gita con le prostitute. Anche il borghese agente di cambio Joubert s'è illuminato quando ha incontrato quasi per sbaglio un gruppo di donne, le spagnole che vivevano al sesto piano del suo condominio, un covo sconosciuto di vitalità e dolcezza.

Qualche settimana prima, nella nostra Torino, Walter aveva tentato il riscatto dalla noia della sua vita proprio quando molti dei suoi parenti e conoscenti erano radunati al funerale della zia. Lui li ha sfidati tutti, ha voluto dare all'unica donna che ha amato nella sua vita un finale inaspettato: ha tolto il freno a mano al carro funebre parcheggiato in discesa e tutti si sono lanciati pieni d'affanno all'inseguimento.

Quando poi siamo arrivati in Francia, accolti nel lusso del Théâtre du Châtelet, è stata proprio una folla estasiata dalla musica di Čajkovskij a testimoniare il ricongiungimento del difficile passato del direttore d'orchestra Andreï Filipov e la violinista Anne-Marie, culminato nell'ultimo abbraccio.

CineComedy ci ha permesso di sbirciare anche frammenti di storie più intimi, dove la solitudine dei personaggi è stato il terreno in cui si coltivava il finale, le scelte importanti della storia. Come quando la stessa Anne-Marie, chiusa nella sua stanza, ha trovato il coraggio di mettere sul giradischi un vinile del maestro Filipov e infine di alzare la cornetta per accettare di suonare assieme a lui.

Altri piccoli momenti ci sono passati davanti agli occhi un po' ovunque, ad esempio in Bosnia, quando l'ingegnere Luka, in preda a delirio da febbre, ha sognato un viaggio a bordo del suo letto sopra i luoghi della sua infanzia, insieme al figlio partito per il fronte. A Napoli, invece, Alfonso era ancora sotto shock dopo l'omicidio avvenuto sotto ai suoi occhi quando dal tetto dell'edificio in cui si rifugiava ha visto tutto d'un tratto palloni illuminati levarsi verso il cielo, una magia capace di distoglierlo dalla crudeltà della vita.

Ma CineComedy è stato anche un commissario che da cattivo della storia è diventato buono grazie a un ananas, un vestito giallo a fiorellini accuratamente piegato e confezionato nella carta, un bambino che non sapeva raccontare le proprie origini, troppo lontane da non poter stare nemmeno sulla mappa dell'Europa, un asino che piangeva perché innamorato, lo stesso asino che ha evitato il suicidio di un uomo disperato piazzandosi sui binari di un treno.

L'estate, il viaggio sono ormai terminati. Si possono anche fermare i ricordi adesso. Tra qualche tempo potranno tornare materia viva, essere il punto di partenza per nuove avventure, nuove tappe. CineComedy, e le sue scene madri, ci dicono semplicemente "arrivederci".


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